Substratum, ovvero steso sotto, già di per sé è materiale progettuale in quanto pre-esistenza che chiede di essere restituita ad una contemporaneità inattuale. In un senso arcaico è ciò che sta sotto, talora nascosto, ma pur sempre ciò che tiene, materia fatta di relazioni solide, connessioni costanti, collegamenti persistenti. Esige uno sguardo acuto, dinamico, capace di leggere dal basso verso l’alto e ritorno, di lato e di traverso, fuori e dentro. Un’indagine attenta non solo alle luci ma soprattutto alle ombre, perché sono queste a dare spessore e sostanza, capace di rintracciare segni e disegni, di ricostruire tessuti e trame, di connettere idee ad altre idee, colori a forme, gesti a corpi, sensi a sogni, suoni a forme, forme a idee, e da capo. Scegliamo di ascoltare un palinsesto storico, architettonico e archeologico con pensiero critico nella Roma in cui ogni giorno camminiamo, città per antonomasia stratificata e a più livelli di lettura, complesso sistema semiotico composto da segni urbani, pervaso da dialettiche tra pieni “significanti” da un lato e vuoti “significati” dall’altro. Indaghiamo il sostrato, se oscurato, negato o in ombra, per riportarlo alla luce perché tra l’arcaico e il moderno c’è sempre un appuntamento segreto, se basamento antico per riconoscerlo come fondazione su cui poggiare o sospendere l’intervento contemporaneo. Ricerchiamo in ogni caso una buona accordatura, generatrice di rinnovati sensi e di nuovi usi e fruizioni, scegliendo se intervenire in continuità o in discontinuità, ma comunque sposando la via della riconoscibilità e distinguibilità, consapevoli che l’architettura vive in un rapporto contingente e rotondo con il tempo. Ci auguriamo di costruire ponti e stringere legami e nodi con differenti contesti, antropici e naturali, in un dialogo serrato e costante con la stratificazione, intesa, questa, trasversalmente, sia nella sua orizzontalità fisica fatta di sovrapposizioni, giustapposizioni e compenetrazioni, sia nella sua verticalità complessa di molteplici sensi e tempi, di plurime narrazioni urbane ed architettoniche. Osserviamo il basso per guardare l’alto, ricuciamo il sotto per tessere un sopra.
Fondatori: Arch. Giorgia Castellani, Arch. Giovanni Tamburro
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